Madagascar
Nel luglio 2019 ho fatto un viaggio in Madagascar, ho visitato una piccola parte di questo vario e bellissimo paese. Il Madagascar presenta grande varietà di paesaggi, un’estrema varietà di piante e fiori introvabili altrove, vi sono poi numerose specie animali, i più famosi e caratteristici sono i simpatici lemuri, ma ci sono altre specie autoctone di animali, come le molte varietà di camaleonti. La gente è generalmente cordiale ed ospitale, ma l’aspetto che più mi ha colpito è che si tratta di un paese tra i più poveri al mondo, dove la povertà è distribuita in modo omogeneo. In questo paese in cui gran parte della popolazione non ha che stracci con cui vestirsi, la campagna elettorale viene fatta distribuendo milioni di magliette e pareo con riprodotta l’effige del candidato a dirigere il governo, e con questo sembra credere di aver esaurito il suo debito verso la popolazione.
L’80% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, il 70% in povertà estrema; metà dei bambini sotto i 5 anni ha manifestazioni cliniche correlate alla malnutrizione; la mancanza di infrastrutture e di servizi sociali è scioccante. Solo il 50% della popolazione ha accesso all’acqua potabile. L’elettricità fuori dalle città (oltre alla capitale solo due superano i 50000 abitanti) è disponibile solo per i pochissimi fortunati che possono permettersi i pannelli solari.
La sanità è quasi inesistente, per 25 milioni di abitanti ci sono una ventina di piccoli Ospedali, di cui 10 attorno alla capitale, in totale c’è un medico ogni 5000 abitanti.
L’indice di scolarità è sconfortante: il tasso alfabetizzazione ufficiale è del 64%, perché conta tutti i bambini che si iscrivono al primo anno di scuola, ma su 1000 bambini che iniziano la 1° elementare solo 30 conseguono il diploma elementare e solo 6 la maturità. In pratica il 90% della popolazione è analfabeta. Il numero esiguo delle scuole, la loro distanza dai villaggi, l’assenza del trasporto pubblico, lo stato di abbandono delle poche strade, la necessità di mano d’opera che coinvolge anche i bambini nelle zone rurali, determinano l’abbandono precoce della scuola. La mancanza di istruzione, determina una concorrenza sui posti di lavoro, per cui tutti accettano condizioni di lavoro insostenibili e spesso fuori anche dalle loro già permissive normative.
La disoccupazione è ufficialmente è attorno al 2%, ma il 90% della popolazione guadagna meno di 2 dollari al giorno, tutti lavorano, ma i guadagni per gli agricoltori ed i salari per i lavoratori dipendenti sono ugualmente miseri.
L’economia del paese è basata principalmente sull’agricoltura (2/3 della popolazione) che viene realizzata con metodi primitivi; il Madagascar sarebbe ricco di risorse: un certo apporto economico deriva dall’estrazione mineraria, oltre ad essere il paese che fornisce il 50% di tutti gli zaffiri estratti al mondo, fornisce grafite e mica ed ha importanti giacimenti di petrolio; ci sono grandi estensioni di foreste anche con legnami pregiati ed il suo mare è molto pescoso. Il colonialismo tradizionale della Francia fino al 1960 e delle multinazionali di oggi hanno sfruttato e sfruttano senza pietà le risorse e la popolazione.
I vari governi che si sono alternati hanno affidato lo sfruttamento delle risorse in concessione a prezzo irrisorio alle multinazionali. Queste multinazionali non si sono occupate della costruzione delle infrastrutture elementari che mancano al Paese, né della manutenzione delle poche esistenti che si sono deteriorate; anche per i trasporti i problemi sono quasi insormontabili: la ferrovia si sviluppa per 800 km su una superficie doppia rispetto all’Italia e le pochissime strade asfaltate versano per lunghi tratti in condizioni terribili, le restanti strade di terra battuta sono impercorribili durante la semestrale stagione delle piogge. In compenso le multinazionali sfruttano senza regole le risorse e le persone che per loro lavorano offrendo salari ridicoli e condizioni di lavoro durissime.
La deforestazione ha raggiunto il 70% degli alberi del paese, ciò ha desertificato vaste zone, ciò impedisce l’agricoltura che era la risorsa prevalente della popolazione che si è ulteriormente impoverita. La pesca senza regole sta distruggendo la barriera corallina al sud del paese, la più estesa dopo quella australiana.
A fronte di tutti questi problemi, la popolazione guarda con rispetto i turisti, perché spera di trarre dalla loro presenza dei piccoli vantaggi: quando ci si ferma con l’auto compaiono dal nulla ragazzini che chiedono una caramella, un biscotto, un po’ d’acqua potabile.
La maggior parte del turismo è rivolto a poche località marine, noi abbiamo privilegiato le zone interne, ed abbiamo avuto l’opportunità di visitare alcuni villaggi, ognuno con le caratteristiche dovute alle diverse zone climatiche: l’accoglienza è sempre stata entusiastica, perché sanno che la visita frutta al capovillaggio (e perciò a tutta a comunità) dei soldi ed ai bimbi delle caramelle, dei dolcetti. I bambini, sempre numerosi, non sanno cosa sia un giocattolo, guardano la distribuzione delle caramelle con gli occhioni sgranati, aspettano ordinati e silenziosi la loro caramella.
Chi ha un minimo di istruzione è tenuto in considerazione dagli altri, una ragazza di un villaggio poverissimo mi ha mostrato l’interno della sua capanna ed ha voluto che la fotografassi con in mano un quaderno: per esibire la sua cultura ha girato il quaderno in modo che la fotocamera immortalasse che il quaderno era scritto!
Come dicevo le condizioni di lavoro non prevedono alcuna protezione: abbiamo visitato una delle numerose fonderie artigianali di alluminio che si trovano in una città in montagna, i lavoratori maneggiano il metallo fuso senza protezioni (né scarpe, né guanti, né occhiali) e senza difesa per i vapori di alluminio che sono neurotossici. Allo stesso modo gli altri poveri artigiani, che abbiamo visto, come quelli che lavorano il corno di Zebù o il legno non utilizzano alcun dispositivo di protezione.
Anche la scoperta dei giacimenti di zaffiri non ha migliorato l’economia perché il governo ha concesso le zone migliori per l’estrazione del minerale alle multinazionali; al contrario, la presenza di pietre preziose in superficie ha favorito la nascita di una specie di FarWest con l'arrivo in moltitudine di disperati che scavano e mettono nei sacchi la terra per setacciarla al fiume nella speranza di trovare qualche zaffiro che possa cambiare il loro tenore di vita. Nelle vicinanze di queste miniere all’aria aperta, sono nate cittadine in cui i cercatori sperperano quel poco che guadagnano e dove si manifesta il fiorire di fenomeni prima sconosciuti come la prostituzione giovanile, la criminalità da strada ed il gioco d’azzardo.
Questo viaggio che da un lato mi è piaciuto moltissimo, sia per le bellezze naturali che per il contatto con la gente ospitale, semplice, ingenua, mi ha lasciato una grande tristezza per la presa di coscienza dello sfruttamento a cui questo popolo è sottoposto.
L’80% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, il 70% in povertà estrema; metà dei bambini sotto i 5 anni ha manifestazioni cliniche correlate alla malnutrizione; la mancanza di infrastrutture e di servizi sociali è scioccante. Solo il 50% della popolazione ha accesso all’acqua potabile. L’elettricità fuori dalle città (oltre alla capitale solo due superano i 50000 abitanti) è disponibile solo per i pochissimi fortunati che possono permettersi i pannelli solari.
La sanità è quasi inesistente, per 25 milioni di abitanti ci sono una ventina di piccoli Ospedali, di cui 10 attorno alla capitale, in totale c’è un medico ogni 5000 abitanti.
L’indice di scolarità è sconfortante: il tasso alfabetizzazione ufficiale è del 64%, perché conta tutti i bambini che si iscrivono al primo anno di scuola, ma su 1000 bambini che iniziano la 1° elementare solo 30 conseguono il diploma elementare e solo 6 la maturità. In pratica il 90% della popolazione è analfabeta. Il numero esiguo delle scuole, la loro distanza dai villaggi, l’assenza del trasporto pubblico, lo stato di abbandono delle poche strade, la necessità di mano d’opera che coinvolge anche i bambini nelle zone rurali, determinano l’abbandono precoce della scuola. La mancanza di istruzione, determina una concorrenza sui posti di lavoro, per cui tutti accettano condizioni di lavoro insostenibili e spesso fuori anche dalle loro già permissive normative.
La disoccupazione è ufficialmente è attorno al 2%, ma il 90% della popolazione guadagna meno di 2 dollari al giorno, tutti lavorano, ma i guadagni per gli agricoltori ed i salari per i lavoratori dipendenti sono ugualmente miseri.
L’economia del paese è basata principalmente sull’agricoltura (2/3 della popolazione) che viene realizzata con metodi primitivi; il Madagascar sarebbe ricco di risorse: un certo apporto economico deriva dall’estrazione mineraria, oltre ad essere il paese che fornisce il 50% di tutti gli zaffiri estratti al mondo, fornisce grafite e mica ed ha importanti giacimenti di petrolio; ci sono grandi estensioni di foreste anche con legnami pregiati ed il suo mare è molto pescoso. Il colonialismo tradizionale della Francia fino al 1960 e delle multinazionali di oggi hanno sfruttato e sfruttano senza pietà le risorse e la popolazione.
I vari governi che si sono alternati hanno affidato lo sfruttamento delle risorse in concessione a prezzo irrisorio alle multinazionali. Queste multinazionali non si sono occupate della costruzione delle infrastrutture elementari che mancano al Paese, né della manutenzione delle poche esistenti che si sono deteriorate; anche per i trasporti i problemi sono quasi insormontabili: la ferrovia si sviluppa per 800 km su una superficie doppia rispetto all’Italia e le pochissime strade asfaltate versano per lunghi tratti in condizioni terribili, le restanti strade di terra battuta sono impercorribili durante la semestrale stagione delle piogge. In compenso le multinazionali sfruttano senza regole le risorse e le persone che per loro lavorano offrendo salari ridicoli e condizioni di lavoro durissime.
La deforestazione ha raggiunto il 70% degli alberi del paese, ciò ha desertificato vaste zone, ciò impedisce l’agricoltura che era la risorsa prevalente della popolazione che si è ulteriormente impoverita. La pesca senza regole sta distruggendo la barriera corallina al sud del paese, la più estesa dopo quella australiana.
A fronte di tutti questi problemi, la popolazione guarda con rispetto i turisti, perché spera di trarre dalla loro presenza dei piccoli vantaggi: quando ci si ferma con l’auto compaiono dal nulla ragazzini che chiedono una caramella, un biscotto, un po’ d’acqua potabile.
La maggior parte del turismo è rivolto a poche località marine, noi abbiamo privilegiato le zone interne, ed abbiamo avuto l’opportunità di visitare alcuni villaggi, ognuno con le caratteristiche dovute alle diverse zone climatiche: l’accoglienza è sempre stata entusiastica, perché sanno che la visita frutta al capovillaggio (e perciò a tutta a comunità) dei soldi ed ai bimbi delle caramelle, dei dolcetti. I bambini, sempre numerosi, non sanno cosa sia un giocattolo, guardano la distribuzione delle caramelle con gli occhioni sgranati, aspettano ordinati e silenziosi la loro caramella.
Chi ha un minimo di istruzione è tenuto in considerazione dagli altri, una ragazza di un villaggio poverissimo mi ha mostrato l’interno della sua capanna ed ha voluto che la fotografassi con in mano un quaderno: per esibire la sua cultura ha girato il quaderno in modo che la fotocamera immortalasse che il quaderno era scritto!
Come dicevo le condizioni di lavoro non prevedono alcuna protezione: abbiamo visitato una delle numerose fonderie artigianali di alluminio che si trovano in una città in montagna, i lavoratori maneggiano il metallo fuso senza protezioni (né scarpe, né guanti, né occhiali) e senza difesa per i vapori di alluminio che sono neurotossici. Allo stesso modo gli altri poveri artigiani, che abbiamo visto, come quelli che lavorano il corno di Zebù o il legno non utilizzano alcun dispositivo di protezione.
Anche la scoperta dei giacimenti di zaffiri non ha migliorato l’economia perché il governo ha concesso le zone migliori per l’estrazione del minerale alle multinazionali; al contrario, la presenza di pietre preziose in superficie ha favorito la nascita di una specie di FarWest con l'arrivo in moltitudine di disperati che scavano e mettono nei sacchi la terra per setacciarla al fiume nella speranza di trovare qualche zaffiro che possa cambiare il loro tenore di vita. Nelle vicinanze di queste miniere all’aria aperta, sono nate cittadine in cui i cercatori sperperano quel poco che guadagnano e dove si manifesta il fiorire di fenomeni prima sconosciuti come la prostituzione giovanile, la criminalità da strada ed il gioco d’azzardo.
Questo viaggio che da un lato mi è piaciuto moltissimo, sia per le bellezze naturali che per il contatto con la gente ospitale, semplice, ingenua, mi ha lasciato una grande tristezza per la presa di coscienza dello sfruttamento a cui questo popolo è sottoposto.